Tra il sublime e l'idiota. Tolentino, umorismo e arte si incontrano in una mostra

Robert Gligorov, The seven year itch!, 2011

(Articolo pubblicato su Insideart.eu il 24 agosto 2011)
Al centro delle Marche c’è Tolentino, un piccolo paese in provincia di Macerata, che ha avuto un sindaco che era anche un medico ma anche un caricaturista appassionato di vignette e satira, nonché un collezionista d’arte. Ebbene Luigi Mari, sindaco-medico-caricaturista-nonché collezionista, ha fondato cinquant’anni fa una rassegna tematica dedicata alla promozione e alla divulgazione della caricatura e dell’arte umoristica.Nata dalla passione del primo cittadino, quella che oggi si chiama Biennale internazionale dell’umorismo nell’arte è diventata un appuntamento per gli appassionati del genere che richiama la partecipazione di vignettisti, illustratori e "graphic artist" da tutto il mondo. 

Esplosione Transafricana. Torino, una collettiva curata da Achille Bonito Oliva


(Articolo pubblicato su Insideart.eu il 28 luglio 2011)
Arrivano dall’altro capo del mondo i sei artisti convocati da Achille Bonito Oliva per condurci lungo un viaggio nella contemporaneità che affonda le sue radici in territori lontani: Esther Mahlangu, Sud Africa; George Lilanga, Tanzania; Seni Camara, Senegal; Mikidadi Bush, Tanzania; Kivuthi Mbuno, Kenya; Peter Wanjau, Kenya. Arrivano da un continente al quale guardiamo troppo spesso con pregiudizio ed errori socioculturali, quali che siano le intenzioni che muovono la nostra valutazione. Dal “continente nero” al mito del “buon selvaggio”, dai pregiudizi razziali alle teorie antropologiche, dalla povertà economica alla ricchezza di risorse, dai temuti flussi migratori alle campagne di sensibilizzazione, dalle organizzazioni umanitarie ai concerti delle star mondiali… Tutti ci parlano dell’Africa, eccetto gli africani.

Cibo per la mente. Torino l'estate alle Officine grandi riparazioni

(Articolo pubblicato su Insideart.eu il 12 luglio 2011)
Si chiamano Officine grandi riparazioni, edificate alla fine del XIX secolo in una Torino già non più capitale della neoistituita Italia, rappresentavano la vocazione industriale di una città che vantava una solida storia politico-amministrativa. Il passaggio da sede del potere reale a grande città dell’industria manifatturiera ha probabilmente segnato l’indole di un capoluogo che oggi, a distanza di oltre un secolo, vive una nuova metamorfosi: dall’industria ai servizi, Torino è diventata capitale della contemporaneità, della cultura e dei grandi eventi. Due decenni di storia recente hanno trasformato il territorio e i suoi abitanti, rendendoli curiosi, attenti e abituati ai cosiddetti consumi esperienziali.

54.Biennale di Venezia, intervista a Anastasia Khoroshilova

(Intervista pubblicata su Espoarte - contemporary art magazine n. 72, agosto-settembre 2011)
Anastasia Khoroshilova, Starie Novosti 2011, veduta dell'allestimento

Ha 32 anni Anastasia Khoroshilova e un sorriso caldo quando la incontro nella Biblioteca Zenodiana, spazio esterno della 54. Biennale di Venezia. Le sue fotografie sono ospitate nei maggiori musei internazionali e in Italia ha esposto al Centro Luigi Pecci, alla Galleria Impronte, alla Sala Santa Rita di Roma. Tra i soggetti preferiti di Khoroshilova ci sono le comunità sociali isolate e chiuse, nelle quali l’appartenenza al gruppo fonda l’identità collettiva. Anastasia ritrae i singoli individui, le unicità che formano un gruppo. La sua indagine è quasi antropologica, il lavoro è un documentario estetico. La camera fotografica è un bisturi affilato che ci permette di “entrare” nelle situazioni, ma allo stesso tempo è una farfalla delicata ed effimera.
A Venezia presenta Starie Novosti/Old News: un’installazione che ritrae le madri della strage di Beslan, mettendo in opposizione, ma anche in connessione, il ricordo individuale con quello collettivo, narrato dai media.

Kara Walker: l’anima nera della contemporaneità.


(Recensione pubblicata su Espoarte - contemporary art magazine n. 71, giugno-luglio 2011)

È un pozzo profondo e scuro nel quale guardare cercando il riflesso lunare. È seducente, rapisce, è un gioco di scuri e chiari. Eppure fa paura, inquieta, disturba. Ammalia e infastidisce, attrae, lusinga e colpisce duro.
È il lavoro di Kara Walker (Stockton, California, 1969, vive e lavora a New York) artista tra le più note della sua generazione, già vincitrice della MacArthur fellowship (forse la borsa di studio per artisti più prestigiosa al mondo) e ospite dei maggiori musei internazionali, dal Museum of Modern Art di New York al Museo dell’Apartheid di Johannesburg.